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Fanfiction

Disney Magic and More [SoRiku]

  • Immagine del redattore: Martiverse
    Martiverse
  • 21 set 2017
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 27 set 2017

Prima pubblicazione: 26/06/16 (su EFP)

[...]Era tutta la vita che aspettava questo momento. L’attimo era giunto in casa di Sora, una di quelle fortuite sere in cui sua madre era fuori… Il luogo della perfezione era il divano azzurro del salotto, quello pieno di pupazzi appollaiati sullo schienale. Davvero, praticamente Riku aveva passato ognuno dei suoi diciotto anni a figurarsi mentalmente il momento in cui avrebbe potuto stringere tra le dita i fianchi fini di Sora. [...]

Era tutta la vita che aspettava questo momento. L’attimo era giunto in casa di Sora, una di quelle fortuite sere in cui sua madre era fuori… Il luogo della perfezione era il divano azzurro del salotto, quello pieno di pupazzi appollaiati sullo schienale. Davvero, praticamente Riku aveva passato ognuno dei suoi diciotto anni a figurarsi mentalmente il momento in cui avrebbe potuto stringere tra le dita i fianchi fini di Sora. Quante volte l’aveva osservato da lontano mentre faceva il bagno sulla spiaggia delle Destiny Island, chiedendosi come sarebbe stato baciare quelle labbra seccate dal sale. Quanti paopu aveva raccolto per lui, finendo sempre per buttarli in mare (e come era orgoglioso Sora, il giorno seguente, quando li raccoglieva sulla riva e diceva a tutti di essersi arrampicato sull’albero più alto per prenderli!) Ecco perché Riku era arrivato a quel momento più che preparato, con i profilattici nel portafoglio ed un tubetto di lubrificante nello zaino. Perché nulla, nulla doveva rovinare quell’attimo. “Aaah… Riku…” gemette Sora stringendo i pugni contro la stoffa del divano. Aveva una voce così pulita, trasparente… era un piacere per le orecchie. Riku se ne beò spingendosi ancora una volta nel suo corpo, lentamente, facendo attenzione ad ogni sua più minuscola reazione. Come era riuscito a ritagliarsi quell’angolo di paradiso? Superato l’imbarazzo iniziale le cose si erano susseguite in fretta. Avevano iniziato a baciarsi guardando uno stupido film di cui Riku non aveva seguito neanche un minuto, poi la sua mano era scivolata sotto i boxer di Sora con una tale naturalezza… Piano… lentamente… aveva iniziato ad accarezzarlo. Che versetti teneri erano sfuggiti dalle labbra di Sora! Mugolii appena accennati, mal trattenuti tra i denti piantati nel labbro inferiore e l’ossigeno sbuffante nelle sue narici. Era arrossito come un peperone, piegandosi e nascondendo la testa nel suo collo. Gli aveva allacciato le braccia dietro la testa e solo allora, dopo essersi assicurato di non poter essere visto, aveva emesso un gemito che aveva completamente risvegliato l’erezione di Riku. “Aa-aah…” un rumore di gola, gorgogliante e terribilmente sexy. Fu in quel momento che Riku si rese conto che stava succedendo davvero… e tra sé e sé si disse che avrebbe fatto di tutto per far andare le cose in modo impeccabile. Voleva provocare in Sora l’orgasmo più travolgente che avesse mai provato, voleva che non avesse più modo di masturbarsi senza pensare a quella sera. La sua erezione, stretta nei pantaloni, lo stava implorando di ribaltare il magro corpicino di Sora e farsi spazio in lui senza alcun riguardo, cercando di convincerlo che si sarebbe abituato comunque, che doveva cazzosbrigarsi subito! Ma Riku era disposto a sacrificare anche le proprie esigenze pur di creare tra loro il momento perfetto. Non si trattava di una semplice serata di sesso, l’obbiettivo era imprimersi nella mente del suo miglior amico così magnificamente che non avrebbe più potuto pensare a nessun altro. Doveva essere il suo afrodisiaco, diventare l’amore della sua vita senza aver praticamente mai scopato prima d’ora. Ok, sapeva come si faceva. Aveva visto un sacco di video e cose così, ma adesso che era arrivato ai fatti il cuore gli martellava nel petto con forza e sentiva la gola chiusa dal terrore di poter sbagliare qualcosa. Però non poteva certo dirlo a Sora, sia mai! Ai suoi occhi doveva sembrare invincibile e privo di dubbi come sempre, così tutto sarebbe stato nell’ordine degli eventi, come una corsa sulla spiaggia o cose così… La sua si insinuò piano fin sotto i boxer di Sora, massaggiandogli la pelle tesa con pazienza. Si fermò un attimo per potergli abbassare i pantaloni ma appena cercò di allontanarsi Sora si attaccò alle sue spalle come una piccola scimmia terrorizzata, sussurrando il suo nome come una litania. Riku lo tranquillizzò baciandogli la fronte e gli zigomi… se non avesse finto di sapere quello che stava facendo Sora sarebbe crollato e morto di vergogna nel giro di due secondi, ne era certo. Doveva solo attenersi alla parte e dimostrarsi il più capace, come sempre. Sora si coprì il viso con entrambe le mani, le guance rosse ed il respiro pesante, mentre Riku provvedeva a slacciargli i pantaloni e tirarglieli giù fino al ginocchio. Quando abbassò anche i boxer Sora emise un mugolio imbarazzato, sbirciando attraverso indice e medio, ma Riku fu rapido a fargli dimenticare ogni cosa tornando a sedersi accanto a lui ed affondando la lingua tra le sue labbra accaldate. Non fece notare a Sora che aveva preso il tubetto del lubrificante, né che se lo stava spalmando sulle dita. Non c’era bisogno che Sora sapesse che anche lui si era tolto i pantaloni. Voleva che per lui tutto risultasse naturale, come se fosse già stato predisposto. I vestiti? Quali vestiti? Non ci potevano essere pause per sistemarsi o cose del genere, non in quel giorno di perfezione! Quando toccò Sora con le dita umide di lubrificante lui sobbalzò appena. Piegò il mento sul proprio petto cercando di andare a sbirciare cosa stesse accadendo, ma Riku gli afferrò il viso con la mano libera ed approfondì ancora di più il loro bacio, ricorrendo quella piccola lingua. “…lascia fare a me, Sora…” gli sussurrò ad un palmo dalle labbra, soffiandogli le parole sulla pelle umida “fidati di me…” E Sora si abbandonò di nuovo tra le sue mani senza porre altre domande. Gemette al suo tocco quando Riku percorse la sua erezione e si lasciò sfuggire dei mugolii confusi, più alti, quando le sue dita scesero ed iniziarono a calcarsi in lui. Riku continuò un po’, si prese il suo tempo beandosi di tutti quei soavi rumori che arrochivano la gola dell’amico. Poi fece leggermente pressione sulla sua spalla e lo fece sdraiare tra i cuscini. Solo un attimo si perse a contemplare la sua bellezza fresca, i suoi lineamenti infantili da bimbo sperduto. Non c’era niente di più bello di Sora… “Ri…” lo chiamò Sora, socchiudendo appena un occhio “Ri… ku?” Riku si affrettò a chinarsi su di lui e baciarlo un'altra volta. Ventre contro ventre, Sora gemette nella sua bocca quando le loro erezioni si toccarono. Forse anche Riku si era lasciato sfuggire un mugolio, ma non ne era certo…la sua testa era completamente piena degli ansiti di Sora ma la sua concentrazione era tutta sui passi successivi da svolgere, impressi come una scaletta nella memoria. Lo baciò ancora e ancora, muovendo il bacino contro il suo, facendogli sentire tutto il suo desiderio con affondi mimati a strusciare sulla pelle del suo ventre… e Sora non capiva più nulla, lo sapeva perfettamente. Era come quando mangiava troppe caramelle e l’overdose di felicità e zucchero lo lasciavano a ridere di qualsiasi cosa gli venisse detta. Aveva completamente imbrigliato la sua mente, sedotto la sua attenzione… l’aveva reso sensibile all’estremo. Quando si ritirò rimettendosi seduto sul divano, Sora rimase sdraiato ad ansimare davanti a lui… le gambe aperte e la sua piccola erezione che già iniziava a bagnarsi. Era osceno, così dannatamente carino! Tutta la vita passata ad aspettarlo valeva anche solo quella visione. Riku strappò la confezione del profilattico velocemente, tentando di infilarlo senza farsi notare. Tutto sarebbe stato splendido. Tutto lo era già. Ecco come erano finiti a scopare sul divano, con la televisione ancora accesa ed impostata sul muto. Le mani di Sora strette contro il bracciolo del divano e le sue ginocchia tra i cuscini… le natiche alzate e strette tra le mani falsamente esperte di Riku, che ne massaggiavano la carne morbida con i pollici ad ogni spinta. L’aveva fatto voltare con una naturalezza che aveva del tenero, senza dover dire una sola parola… solo guidandolo con piccoli gesti. Non poteva esistere momento più eccezionale… non ora che finalmente riusciva a sentire la propria erezione farsi spazio dentro quel corpo che tanto aveva desiderato, facendolo tremare per il piacere e ghermendogli il cuore con la sua bravura fittizia. Lentamente aumentò il ritmo, facendo sempre attenzione che Sora continuasse a dimostrare il suo apprezzamento con piccoli mugugni sconclusionati. Poi, improvvisamente, qualcosa gli toccò la spalla. Oh cazzo. Riku si fermò sudando freddo, sperando di non voltarsi e veder che era tornata la madre di Sora…invece scoprì che il peluche di Mike Wasosky si era inclinato sullo schienale del divano fino ad arrivare a toccarlo. “…Ri… Riku?” lo chiamò Sora con un fil di voce. Il suo bacino si spostò indietro e Riku fu preso da un senso di vertigine quando avvertì le sue natiche soffici accoglierlo ancora di più. Senza pensarci due volte staccò una mano dal bacino di Sora e tirò un pugno dritto nell’occhio a Mike Wasosky, catapultandolo sul pavimento…’fanculo ai peluche di Sora e a tutti i suoi amici Disney, non gli avrebbe permesso di rovinare il SUO momento! Si piegò di più sulla schiena di Sora, riprendendo a muoversi… socchiuse gli occhi… ansimò… e poi si rese conto della trappola in cui si era andato a cacciare. Ad ogni spinta i peluche sullo schienale del divano ondeggiavano e si piegavano verso di loro. Tutti quanti, cazzo! Lo tsum tsum di Paperino, la bambola di Pippo, perfino il cuscino scalda-piedi a forma di tricheco! Per un attimo cercò di eclissarli dalla sua mente… ma ad ogni movimento quelli continuavano ad inclinarsi di più, rischiando di cadere sulla schiena di Sora. Se solo uno di quei peluche l’avesse toccato Sora si sarebbe reso conto di come erano finiti… il pensiero l’avrebbe strappato in un baleno dal velo di piacere in cui era riuscito ad invischiarlo e si sarebbe vergognato da morire, così addio a tutto. Si sarebbero fermati e avrebbe dovuto riprovarci un'altra volta… Cazzo. Merda. Maledetti tutti i mondi Disney e il loro merchandise. Non poteva fermarsi e rovinare tutto… ma non poteva neanche continuare a rischiare che loro rovinassero tutto!! Riku simulò un gemito e si piegò ancora più avanti su Sora. Afferrò la bambola di Pippo e la buttò alle sue spalle senza neanche controllare dove la stesse lanciando. Alla spinta successiva fece il dono del volo a Paperino. Il tricheco scalda-piedi ondeggiò paurosamente e si sbilanciò, ma Riku lo schiacciò contro il cuscino del divano e gli mostrò i denti, ringhiando, per poi farlo finire nell’oltre-spazio. Quando tornò a stringere i fianchi di Sora lo fece con una soddisfazione mal celata, sentendosi il supremo protettore dell’ordine cosmico… poi vide il peluche di Re Topolino sbucare dal lato più estremo dello schienale e cadere proprio in testa a Sora. Lì capì che la Disney era riuscita a cock-bloccarlo ancora una volta…


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